Be curious: verso un mondo sostenibile

Be curious, oltre ad offrire una vasta gamma di corsi di formazione, si impegna nel sociale, con una serie di azioni concrete volte a promuovere la formazione e il benessere ambientale.

“Pensiamo che la formazione debba essere un’opportunità per tutti”, per questo motivo è stato creato il progetto Skill Up, che supporta le comunità di accoglienza e le case famiglia con proposte di formazione e apprendimento. Grazie a questo progetto, Be curious, offre supporto e corsi di formazione gratuiti a persone che vivono in difficoltà. Questi corsi sono progettati per aiutarli a sviluppare le competenze necessarie per trovare un lavoro o migliorare la propria situazione professionale.

Inoltre, dopo aver adottato un bambino in Zimbabwe, Be curious ha deciso di adottare un albero di Marroni, come simbolo del suo impegno per la tutela dell’ambiente: in un mondo dove la deforestazione sembra salire alle stelle, Be Curious vuole fare la differenza, supportando progetti che promuovono la sostenibilità. 

Per questo motivo, nell’articolo di oggi intervistiamo Antonio Luce, titolare dell’azienda agricola Giaquinto. L’intervista vi permetterà di conoscere meglio l’azienda e i suoi progetti di sostenibilità.

Intervista

Per rompere il ghiaccio, dicci chi sei e di cosa ti occupi…

Buongiorno, sono Antonio Luce, dell’azienda agricola Giaquinto, sono il titolare di questa attività che si trova a Montoro, all’interno del Parco Regionale Dei Monti Picentini. Noi  produciamo castagne in primis, oltre a miele, nocciole ed olio. L’azienda è totalmente gestita con il regime di agricoltura biologica.

Ottimo, ciao Antonio. Ti volevo fare una domanda: come nasce l’idea di queste colture, per esempio il castagneto, c’è un motivo ambientale o familiare?…

Il castagno, nel particolare, nasce da una tradizione di famiglia nell’ambito della coltivazione e commercializzazione della frutta in guscio. Già mio nonno coltivava e vendeva castagne, per cui ho voluto portare avanti questa tradizione di famiglia. Poi, c’è l’apicoltura che nasce da mia madre, che nel 2006 per hobby aveva iniziato ad allevare qualche arnia, ed oggi l’abbiamo portata a livello professionale. Le nocciole e le olive le abbiamo inserite negli ultimi tre anni per diversificare e dare una continuità al lavoro dell’azienda.

Svolgete qualche attività didattica in questo contesto?

Allora, il contesto si presta benissimo, in quanto si trova in piena natura. Per cui stiamo lavorando con bambini e famiglie, portando avanti una serie di attività ricettive, proprio per far si che ci sia un ritorno a quella che è la tradizione agricola.

Come è nata l’iniziativa dell’adozione degli alberi? Cosa vi ha spinto a proporla?

L’idea di promuovere questo tipo di attività nasce da una nostra volontà di voler lavorare sempre di più con le persone che poi ricevono il prodotto. Quindi, produrre insieme a quello che è il consumatore finale. In questo sistema possiamo far conoscere quali sono le nostre attività durante l’intero arco dell’anno, fino al prodotto finale che poi riceverà l’adottatore dell’albero.

Ti chiedo, com’è possibile adottare un albero attraverso la vostra azienda?

Oggi con i castagni stiamo collaborando con Biorfarm, quindi attraverso la loro piattaforma è possibile scegliere i vari alberi tra cui i nostri Marroni di Serino IGP.

Quanto è importante questa iniziativa per l’ambiente?

Sicuramente, si riducono i passaggi e  i trasporti: dalla mia azienda viene confezionato e viene spedito direttamente al consumatore finale. Senza passare attraverso mediatori o industrie. Per cui, riduciamo quello che è l’impatto del trasporto su gomma.

Ci puoi dire che benefici portano gli alberi di castagno sull’ambiente?

Allora, oltre alla capacità degli alberi di produrre ossigeno, che è la prima cosa, c’è una serie di attività che ci consentono di tutelare quello che è un patrimonio, ma anche la manutenzione di un territorio montano che altrimenti resterebbe all’abbandono e al rischio di incendi. 

Quanto è importante per te, Antonio, la formazione?

Per me la formazione è fondamentale, sia per ciò che concerne la gestione ambientale ed aziendale, ovvero la gestione delle produzioni nel rispetto dell’ambiente, sia per avere le conoscenze tali da poter trasferire a chi poi viene in azienda tutto ciò che facciamo per farlo essere il meno impattanti possibile.

Quanto ha inficiato il cambiamento climatico, questo grande sbalzo di temperatura, sulle vostre colture?

Allora, l’agricoltura in generale sta risentendo molto dell’andamento climatico avverso dell’ultimo periodo, per cui le nostre colture, soprattutto il castagno che è una coltura tradizionale e che quindi è a basso input da parte dell’agricoltura, ne risente molto. Abbiamo alti e bassi tutti gli anni e una grande difficoltà a mantenere una produzione e una qualità costante.

Ok, due ultime domandine veloci: come si distinguono le varie tipologie di alberi?

Eh…Dipende da tante cose, dal modo in cui cresce l’albero, dalla corteccia o dal colore delle foglie, questi sono i primi parametri per distinguere l’albero…

Ad esempio, l’albero di castagno e di nocciola? A parte i frutti che sono ben visibili…

In primis le dimensioni: un albero di castagno arriva a 15 o 20 metri, un albero di nocciola cresce 4-5-6 metri, 7-8 in alcune varietà, il colore delle foglie: le foglie del castagno sono più allungate e sono di un verde intenso mentre quelle del nocciolo sono di un verde scuro e più tondeggianti.

Noi abbiamo diversi corsi di formazione che abbiamo sul nostro sito, a te quali interesserebbero di più?

Allora, sicuramente i corsi di lingue, poiché stiamo facendo attività anche con persone che vengono dall’estero, ma molto interessanti sono i corsi di marketing che ci aiuterebbero nella vendita di prodotti e nell’attrazione dei clienti. 

Ti ringraziamo moltissimo!

 

Intervista di Francesca Troisi

Roberta Mancini | redattrice e ufficio stampa

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